Da: Ukizero del 30/07/2020 |
Intervista all'autrice di Redazione
Questo saggio breve accompagna il lettore in un viaggio attraverso la letteratura e la psicologia. Descrive le origini e le più attuali applicazioni della libroterapia, metodo che utilizza la lettura come complemento al processo terapeutico. –
L’idea è nata parlandone con i partecipanti stessi che hanno accettato di mettersi alla prova scrivendo di sé con coraggio e abilità, una creatività stimolata dalle numerose letture fatte insieme nel lavoro di Libroterapia. –
La libroterapia è una metodologia che può essere utilizzata in molteplici contesti, la duttilità del metodo è data dalle due principali caratteristiche che lo caratterizzano ovvero la delicatezza e la capacità di andare in profondità. –
L’empatia è la capacità di mettersi nei panni dell’altro, di sentire l’altro. Le più recenti scoperte fatte dalle neuroscienze in particolare quelle sui neuroni specchio ci confermano come quello che leggiamo provochi nel nostro cervello gli stessi effetti che ci sarebbero se quelle stesse esperienze le vivessimo in prima persona, questo conferma come i romanzi contengano un’infinita gamma di esperienze, impossibili da vivere tutte in prima persona, che ci permettono di ampliare la capacità di comprendere noi stessi e gli altri. –
La possibilità di scrivere questo libro è stata per me una importante occasione per condividere l’amore per il lavoro che ho la fortuna di fare e di trasmettere in chiave esperienziale quello che accade attraverso l’utilizzo della lettura nel processo terapeutico della libroterapia. È stata inoltre un’opportunità, fonte di gratificazione e soddisfazione per gli autori dei racconti. vedere il ‘”frutto” del lavoro fatto insieme prendere forma, rendendo le parole “esseri viventi”. –
Difficile rispondere a questa domanda in modo esauriente, al di là del valore letterario dei numerosi libri letti fin da piccola, me ne vengono in mente alcuni che hanno segnato le fasi della mia vita: “Le avventure di di Tom Sawyer” di Twain e “I ragazzi della via Pal” di Molnar nell’infanzia, hanno sicuramente favorito l’autorizzazione alle mie parti più avventurose, libere e ribelli, così come i classici della letteratura inglese tra tutti Orgoglio e Pregiudizio di Jane Austen e Maurice di Forster mi hanno accompagnata nella scoperta dei sentimenti in quello straordinario stile inglese di fine ottocento in cui mi sono riconosciuta nella mia adolescenza; i romanzi letti nella prima giovinezza come Tokyo Blues di Murakami e Carne e sangue di Cunningham sono i titoli della consapevolezza e della complessità della vita. Tra i contemporanei l’autrice che probabilmente rappresenta di più il collegamento tra psicologia e letteratura è Anne Tyler: scrive storie comuni di vita quotidiana ambientate nella provincia americana rendendo speciale ciò che è “normale”. Come solitamente faccio nei gruppi di Libroterapia concluderei citando alcuni tra i poeti che amo di più: Emily dickinson, Pablo Neruda e Alda Merini. –
Ho in mente di scrivere un saggio sempre legato al mio lavoro di psicoterapeuta dove più che un metodo vorrei raccontare, attraverso esempi clinici, ciò che in questi anni di lavoro ho imparato come terapeuta attraverso le storie delle persone: l’errore come risorsa per migliorare.
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