Descrizione
Che soddisfazione regala al lettore questa nuova prova di Anna Lamberti-Bocconi. Arrivati in fondo al poemetto Canto di una ragazza fascista dei miei tempi (Transeuropa 2010) ci si sente come alla fine di un viaggio, una corsa a perdifiato ai lati opposti della Storia, in una Milano che ne sta al centro, ma ĆØ soprattutto lo strumento attraverso il quale la poetessa tesse la trama del racconto.
Dal coro di questo poemetto emerge il contrasto fra le due protagoniste: la ragazza fascista e la poetessa (alter ego di Anna). La poetessa gira per (Milano) la cittĆ , si muove al suo interno. Osserva, parla, si incuriosisce, ĆØ attratta dagli āstraniā, i solitari come lei (vedi il protagonista del III canto). Eā Romantica e viva.
La ragazza fascista ĆØ figlia di tormenti, di gioventĆ¹ difficili e allo sbando, degli anni duri del terrorismo ma soprattutto della deriva che tutti proviamo da ragazzi, quando un colpo di vento, un sorriso, una parola, qualunque cosa che colmi un vuoto ti trascina da una parte o dallāaltra, prima che tu riesca a comprendere.
In fondo le due protagoniste, sono due facce della stessa medaglia e a volte pure una faccia sola. A tratti lo sbandare di una si avvicina a quello dellāaltra, la differenza la fa (mi pare) il saper trasformare la rabbia che deriva dal perdersi, nel coraggio (o incoscienza) della curiositĆ . Il poemetto (salvo rare e, credo, volute eccezioni) ĆØ scritto interamente in endecasillabi. Si intuisce che il controllo che la poetessa ha della metrica ĆØ tale che potrebbe farne a meno in qualsiasi momento. Lāendecasillabo non ĆØ una gabbia ma una risorsa. Lamberti-Bocconi prepara il suo congedo dal lettore con un corsivo che vola oltre Milano, come deve fare la poesia:
Voi vivi, voi borghesi, voi distanti
voi padri e madri, voi giorni passati:
siete la fossa dove abbiam buttato
i soli cuori che ci avete dato.
Fine del viaggio, buona lettura.
Gianni Montieri
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