La ballata della piccola piazza

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Note sull'autore

Descrizione

Esce il 25 marzo in tutte le librerie La ballata della piccola piazza, il piĆ¹ bel romanzo ligure degli ultimi anni.
In un piccolo paese dellā€™alta liguria sospeso tra cielo e mare vive una comunitĆ  di vecchi e di bambini: sono i giorni piĆ¹ duri della guerra in Italia, dallā€™8 settembre alla primavera del ā€™45, una metĆ  degli uomini ĆØ dispersa in Russia, lā€™altra metĆ  alla macchia nella Resistenza.

NicĆ³ e DamƬn sono cugini e aspettano, con gli altri, il ritorno dei padri e delle madri di cui non hanno piĆ¹ notizie da un tempo che sembra immemorabile. Forse sono rimasti orfani, e lo sanno. Ascoltano le storie che i vecchi del paese raccontano loro per ingannare lā€™attesa, sprofondati in un paesaggio da fiaba, legati mani e piedi al doppiofondo mitico di sogni e dā€™incubi sognati da generazioni, la ruota dei desideri e delle pulsioni piĆ¹ profonde.

CosƬ il mondo dellā€™infanzia ĆØ anche lā€™infanzia del mondo. Portano le pecore al pascolo, i bimbi vecchi della comunitĆ  sospesa sui campi alti del cielo, e vedono i film di Ridolini proiettati sul lenzuolo in una lurida cantina. I giorni sembrano lunghi mesi, i mesi anni: ĆØ la stagione piĆ¹ intensa e commovente dellā€™esistenza, e verrĆ  travolta da eventi capaci di segnare una vita in un modo che una vita non basta a decifrarli.

Citazioni

NicĆ³ amava la valle, per lui non cā€™era altro mondo. Mi diceva a volte passandomi il braccio attorno: Ā«Ćˆ benedetta questa valle, nellā€™antichitĆ  ci ha cagato un santo di passaggio; guarda, grandi abeti lassĆ¹, nei boschi di Furcuin, castagni e pascoli sulle pendici di Prealba, dalle cime scendono torrenti dā€™acqua per irrigare gli orti, guardala bene, cā€™ĆØ tutto nella nostra valle.Ā»

Ā«Ma Omi e Dones si rifugiavano proprio qui sul poggio?Ā» domandĆ² NicĆ³.
Ā«Proprio lƬ sul poggio, dove termina il sentiero e i pini hanno il muschio sui tronchi e se ci si affaccia dallo strapiombo si sente la voce dellā€™Ubagu che sussurra come in una conchiglia il mare. Dal suo fondo insondabile risalgono gli animali moribondi, si sdraiano sul poggio al sole e guardano con meraviglia per la prima e lā€™ultima volta il mare.Ā»
Avevamo raggiunto il pianoro, le pecore sazie acceleravano il passo e si avviavano silenziose allo staggio.
Lā€™ultimo sole le tingeva dā€™oro, lasciando nellā€™ombra il fondovalle.
Ā«GiaccoĀ» chiesi, Ā«batte ancora il cuore dellā€™Ubagu?Ā»
Ā«Batte, batte.Ā»

Scheda di approfondimento

Ā«Un libro pieno di rimandi e di favole, favole come solo un bambino riesce a raccontare e ascoltare, favole dure, di vita e di morte di una generazione di bambini che hanno giocato durante una guerra. Il periodo ĆØ infatti quello della guerra civile, inizia il 9 settembre, con una colonna di soldati che risalgono dalla costa, diretti in Piemonte. Il luogo ĆØ la frontiera, vallate a ridosso di scogliere e falesie. Luogo di favole, si diceva, e di metafore, di montagne piene di scalinate che salgono ai campi alti nel cielo, e di alberi che somigliano alla grande nuvola, e di torrenti e anguille e capre.
Ā«Troveremo nella Ballata i cinema muti e le vecchie signore ebree scappate dalla cittĆ . Le scimmie nelle gabbie di Voronoff.
Ā«E il mondo di Vincenzo Pardini e Rigoni Stern, con il fine repertorio linguistico caro a Biamonti. Troveremo la musica che a volte manca ai sogni.Ā»

Dalla prefazione di Marino Magliani al romanzo

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