Descrizione
La nuova edizione a pochi mesi dalla scomparsa di René Girard, uno dei più grandi pensatori del Novecento
Il convengo di Falconara del marzo 2006 si pone per Transeuropa come una specie di spartiacque, e di pietra miliare. In quell’occasione si riunirono, su impulso della casa editrice che aveva appena varato la collana “Girardiana” con la pubblicazione di “Miti d’origine” e poi di “Il pensiero rivale” di René Girard, studiosi di letteratura, di filosofia, di antropologia e di scienze politiche provenienti da tutta Italia, insieme a una compagine di scrittori e di critici interessati al problema del realismo in letteratura. Nell’occasione si tenne anche un memorabile confronto in videoconferenza tra Girard (da Parigi) e Vattimo (presente nella sala consigliare di Falconara) sul tema “Fede e relativismo”. Transeuropa prese spunto da questo confronto, e mettendo insieme 10 anni di dialogo a distanza fra i due pensatori costruì un libro che prima non esisteva, ovvero non tradotto dall’estero ma “inventato” ad hoc, “Verità o fede debole? Dialogo su cristianesimo e relativismo” di René Girard e Gianni Vattimo, che pubblicato nell’ottobre di quell’anno è a oggi inserito in tutte le bibliografie ufficiali dei due pensatori di fama mondiale.
Oggi è stato finalmente possibile raccogliere e pubblicare anche gli atti di quel memorabile convegno, una raccolta di saggi che è destinata a fare scuola e a restare.
«Identità e desiderio», ci spiega infatti Girard, sono i due poli attraverso cui ciascun autore, e ciascuno di noi, cerca di costruire il percorso esistenziale dei propri personaggi e di se stesso.
I nostri desideri non ci appartengono, ci dice la teoria mimetica, ma sono il risultato delle nostre innate capacità imitative: quello che ci costruisce come esseri umani è l’imitazione del desiderio altrui, strumento pedagogico imprescindibile e necessario, ma che nasconde una coda velenosa, ovvero il mimetismo «rivalitario» o d’acquisizione, generatore di gelosia, odio, risentimento e conflitti, ovvero tutte quelle “passioni” che ritroviamo continuamente rappresentate nei grandi romanzi della tradizione moderna e nella letteratura di ogni tempo.
I nostri desideri non ci appartengono, ci dice la teoria mimetica, ma sono il risultato delle nostre innate capacità imitative: quello che ci costruisce come esseri umani è l’imitazione del desiderio altrui, strumento pedagogico imprescindibile e necessario, ma che nasconde una coda velenosa, ovvero il mimetismo «rivalitario» o d’acquisizione, generatore di gelosia, odio, risentimento e conflitti, ovvero tutte quelle “passioni” che ritroviamo continuamente rappresentate nei grandi romanzi della tradizione moderna e nella letteratura di ogni tempo.
Questo volume rappresenta il primo tentativo in Italia di richiamare l’attenzione su un paradigma critico poco frequentato dall’analisi corrente: la letteratura italiana rimane una delle letterature più feconde per descrivere le figure del desiderio imitativo, o i meccanismi sociali e storici di carattere persecutorio, nonché i residui del sacro nella cultura moderna. In questo senso, la teoria mimetica, intesa come paradigma non riduttivo di critica letteraria, ci consente di riconsiderare, con nuovi argomenti, la centralità e l’importanza della nostra tradizione nel più ampio contesto della letteratura occidentale.
Molti autori canonici della nostra tradizione, anche quelli di cui si può pensare che “tutto” sia stato ormai detto – Dante, Boccaccio, Machiavelli, Tasso, Manzoni, Svevo, Pasolini, Sciascia, Morante – trovano qui, rivisitati alla luce della teoria mimetica, una nuova e stimolante definizione esegetica.
Contributi di Daniele Giglioli, Alberto Beretta Anguissola, Roberto Farneti, Sergio Zatti, Maria Stella Barberi, Cesareo Bandera, Giuseppe Fornari, Pierpaolo Antonello, Stefania Benini, Stefano Brugnolo, Marcello La Matina





