Politiche di Caino. Il paradigma conflittuale del potere

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Note sull'autore

Descrizione

  Il terzo millennio si è aperto con un evento che non si fatica a definire epocale. L’attacco alle Torri Gemelle, per le peculiari modalità con cui è stato realizzato, ha suscitato un’ondata di emozione planetaria. Chi è stato? È il primo pensiero. Certamente il nemico. Ma il nemico di chi? Dentro le Torri, l’incendio ha mescolato, in una sorta di crisi sacrificale, razze e nazionalità le più diverse. Sono morti gli stessi che hanno dato la morte. Carnefici e vittime insieme sono stati fusi dentro lo stesso acciaio incandescente. Resti umani indifferenti riposano nella fossa comune del Ground Zero, abissale altare della violenza indifferenziata che ha ripreso ad aggirarsi per il mondo.
I saggi raccolti nel presente volume ci riconducono a uno dei paradigmi più significativi della politica: la lotta tra fratelli. Radicato fortemente nella tradizione ebraica, questo conflitto è stato occultato da quello della lotta tra padre e figlio, propria della tradizione greca, che ha ispirato per secoli le teorie politiche, estendendo alle istituzioni lo schema padre-sovrano/figlio-suddito. Chi detiene il potere, al contrario, non rappresenta, secondo gli Autori, il padre, bensì il fratello che ne ha usurpato il posto. Questo potere arbitrario svela il carattere politico del primo assassinio.

La riflessione sulla possibilità di una pacifica convivenza tra gli uomini non può, dunque, prescindere dal riferimento a Caino e Abele. La storia dell’umanità comincia con loro. Partendo da questo presupposto, gli autori dei saggi intrecciano, ciascuno da un punto di vista personale, un proficuo dialogo con le teorie di René Girard. Essi condividono con l’antropologo francese la convinzione che, per comprendere un fenomeno dalle evoluzioni così complesse e così imprevedibili come la violenza, i due approcci tradizionalmente utilizzati, quello filosofico-umanistico e quello biologico-scientifico, sono insufficienti. L’ipotesi girardiana, secondo la quale la violenza umana si origina dalla rivalità mimetica, congiunta all’approccio simbolico, che caratterizza i saggi di questo volume, può fornire quella terza via che, superando lo schema razionalistico tradizionale, dischiude un’ulteriore possibilità ermeneutica sulle “cose nascoste sin dalla fondazione del mondo”.

Saggi di Giulio M. Chiodi, Luigi Alfieri, Maria Stella Barberi, Claudio Bonvecchio, Giuseppe Fornari, Diletta La Torre, Domenica Mazzù, Francesco Siracusano. Da più di vent’anni questi studiosi operano all’interno del “Centro Miti Simboli e Politica”, presso l’Università di Messina, che si occupa dei fondamenti simbolici, antropologici e religiosi delle istituzioni politiche e giuridiche.

Il volume contiene in appendice un saggio di René Girard, inedito in lingua italiana, dal titolo Le appartenenze.

“Se c’è un elemento di riflessione che sta tornando al centro del dibattito filosofico, intellettuale e politico della contemporaneità – aggiunge Pierpaolo Antonello su La Realtà Umana – è quello del reale: “Welcome to the desert of the real” recitava ironicamente il titolo di un libro di Slavoj Zizek, scritto all’indomani degli eventi dell’11 settembre. Questa è una collana che vuole andare al di là di ogni forma di schema ideologico o di polarizzazione critica, cercando di abbandonare le forme più sterili del politically correct come unica modalità possibile per parlare dell’Altro.”

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