Recensione a “Senza titoli. Sovversi” di Mirko Boncaldo

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con le punta di dita, rorida

come brina sulle sgretolate screpolature

vieni

e sobilli atavici sedimenti

di fiori sconosciuti e incandescenti

incredule ombre

che l’acqua non regna, lontana

che bagna:

   

suffragetta, partigiana, femme.

* * *

elevo: è vocazione

che dalla tua voce immane

scuote e in me permane

provocante consunzione

ascoltarti di nuovo

parlare nel silenzio pesto,

leggiadra invocazione,

ladra delle parole.

   

con te mi sperpero.

* * *

Disingannami, disilludimi, disincantami

e balla al ritmo delle primaverili premure

balla alle piogge estive, balla

all’inverno fregiarsi delle tue foglie

elegante sempreverde, balla.

* * *

Nelle poesie di Mirko Boncaldo, tratte dalla sua raccolta Senza Titolo. Sovversi (Transeuropa edizioni, 2022), il racconto poetico si costruisce su un continuo scambio a una sola voce tra l’io narrante e un tu sempre interpellato, cercato con foga ed evocato attraverso le parole. È solo l’io, infatti, che tra i due poli relazionali parla (e canta) e attraverso il suo affastellare termini e immagini da il ritmo dello scambio a due da lui stesso, appunto, costruito e sviluppato all’interno della pagina che lo accoglie. È un ritmo, quello di questa ricerca spasmodica dell’altro, del tu che sosta accanto eppure quasi sfugge ancora tra le dita, definito da un uso corposo di allitterazioni e assonanze: il canto che ne deriva è sì omogeneo ma anche irruento, fatto di pause spezzate del respiro alle quali seguono altre rincorse impastate nelle parole e nelle immagini dense che lo abitano.

Proprio attraverso questa alternanza tra forti concentrazioni di punteggiatura e pause sintattiche da un lato e da spazi distesi di parole che si rincorrono dall’altro l’io rende col canto la forza gravitazionale estrema, ruvida, del tu al quale si rivolge e che lo attira costantemente a sé. La parola, così, diventa celebrazione di un movimento magnetico che prelude ad un’unione a due, della quale il canto che la contiene si mostra come espressione musicale.

  • Paolo Andrea Pasquetti, 3 Febbraio 2022
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